Edizione 2018

PERCORSI


Percorso drammaturgia

Cosa rende un’opera un classico? Come un classico influenza il contemporaneo? E ancora, come il contemporaneo dialoga con i classici?

Il percorso drammaturgia si prefigge di guidare gli studenti delle scuole superiori nell’analisi e nel confronto dei linguaggi della drammaturgia classica e contemporanea, soffermandosi in particolare su tre momenti fondamentali: le forme compositive del classico e la loro graduale reinterpretazione, fino alla decostruzione intrapresa dalle più influenti riscritture attuali.

Seguendo le strade avanti e indietro nei secoli, tra continuità e fratture, i giovani spettatori entreranno in contatto con le spinte più innovative dell’oggi.

Esercitandosi nella produzione di testi di critica ragionata a partire dagli strumenti acquisiti in classe gli studenti potranno così riscoprire il valore dei classici.

TRISTEZZA & MALINCONIA o il più solo solissimo George di tutti tutti i tempi

Teatro I, 7 marzo 2018

di Bonn Park

un progetto di e con Lea Barletti e Werner Waas

«Depressivo divertissment» del drammaturgo berlinese Bonn Park, classe 1987. Tristezza e malinconia, lungi dal dare risposte, esprime l’indicibile urgenza di porsi domande: quelle che il nostro istinto di sopravvivenza lotta per tenere sopite. Il crollo delle certezze di una generazione “sola solissima” si rispecchia nella forma drammaturgica, che sancisce la rottura con la tradizione ed espone sulla scena un processo creativo aperto e instabile, alla ricerca di un’idea nuova di “personaggio”.

CORIOLANO

Teatro Sala Fontana, 21 marzo 2018

di William Shakespeare

adattamento e regia Marco Plini

produzione Centro Teatrale MaMiMò

Un grande classico riletto in chiave distopica. La parabola tragica di Coriolano – votato alla strenua salvaguardia dello status quo, caduto vittima della propria inflessibilità – è ambientata dalla produzione MaMiMò in un futuro tetro e spaventoso. L’allestimento si propone agli spettatori come “palestra civile”: la Storia si ripete, e molto potremmo imparare dalle vicende dei nostri antenati. Sapremo ascoltare e far nostre le riflessioni dei poeti antichi?

LA BOTTEGA DEL CAFFÈ

Teatro della Cooperativa, 18 aprile 2018

da Carlo Goldoni

regia Marco di Stefano

produzione Teatro della Cooperativa

un progetto La Confraternita del Chianti

La confraternita del Chianti si era riproposta di stravolgere Goldoni, per rappresentare La bottega del caffè in vesti più attuali. Ma il testo ha resistito all’urto del tempo e ha dimostrato l’inesauribilità della sua verve comunicativa senza bisogno di grandi interventi. Perché, come diceva Calvino, «un classico non ha mai finito di dire quel che ha da dire». Nella regia di Di Stefano, slotmachine e videolottery affollano un campiello veneziano, dove il morbo della ludopatia si propaga indisturbato dal Settecento a oggi, nutrendosi di indifferenza e cinico egoismo.


Percorso laboratorio

Quando entriamo in un teatro, dopo pochi minuti si spengono le luci e qualcuno dal palco ci propone uno spettacolo. Ma se le luci provassimo ad accenderle e a puntarle sul lavoro che si nasconde dietro le quinte? Il percorso laboratorio di Acrobazie Critiche porta gli studenti all’interno della fucina attoriale. I ragazzi possono “spiare” come si costruisce un dialogo, come nasce un personaggio e il confronto/scontro sul palco, come trasformare il corpo e la voce in strumenti espressivi. Il percorso consente di esplorare i meccanismi che regolano la messa in scena in un’esperienza interattiva. Un’opportunità per scoprire gli ingranaggi del teatro e diventare spettatori più consapevoli.

DEEP BLUE

Mare Culturale Urbano, 27 aprile 2018

produzione Project Wildeman

I Project Wildeman sono un collettivo multidisciplinare olandese che abbina sul palco musica, prosa e performance. Definiscono i loro spettacoli “rituali laici contemporanei”: provette, megafoni, maschere tribali, hip hop, percussioni, techno, riff di chitarra elettrica sono gli ingredienti dei loro progetti in cui, tra creazione e sperimentazione, il pubblico è chiamato a partecipare attivamente. In Deep Blue il gruppo si confronta con una data simbolo della storia della tecnologia. Deep Blue è infatti il nome del computer che, per la prima volta, nel 1997 batté il campione mondiale di scacchi Gary Kasparov. Gli strumenti da noi creati possono diventare più forti di noi? O magari lo sono già? I quattro componenti del Project Wildeman si confrontano e fanno confrontare il pubblico con gli oggetti della nostra modernità, costruendo insieme agli spettatori, tra macchine e ritrovati tecnologici, un ingranaggio umano.


Percorso performance

Performance, dal latino performare, creare una forma, dare forma a.

Le performing arts hanno molto in comune con il teatro: esprimono attraverso il corpo, la voce, i movimenti e i gesti quello che l’artista desidera condividere con il pubblico. Le forme dello spettacolo dal vivo non si esauriscono però nell’arte teatrale.

Se quando si parla di teatro non si può prescindere da tre componenti fondanti e fondamentali – spettatori, attori e testo – quando si parla di performance si fatica a trovare una collocazione precisa, una definizione esatta, una regola generale da cui partire per circoscrivere, entro confini, la sua essenza.

Anche il teatro avviene nell’hic et nunc, ma il legame della performance con il qui e ora, con la contingenza dell’attimo è ancora più profondo: nasce, si sviluppa e si esaurisce nello stesso momento in cui avviene, senza necessariamente poter lasciare traccia – fosse anche solo il testo.

Nel percorso performance gli studenti dei licei partecipanti incontreranno il volto meno noto del teatro e, attraverso nuovi linguaggi espressivi, cercheranno di dare forma e voce all’effimero intrinseco alla performance.

BETWEEN ME AND P.

Zona K, 1 marzo 2018

performance di e con Filippo Michelangelo Ceredi

produzione Filippo Michelangelo Ceredi, Teatro delle Moire / Danae Festival 2016

Una performance, un lavoro intimo, un piccolo documentario personale. Between me and P. racconta una storia familiare che cerca di farsi universale: la ricerca di un fratello, allontanatosi dalla famiglia nel lontano 1987. Un processo documentario lontano da facili sentimentalismi trasforma l’archivio della memoria in strumento di indagine del proprio vissuto così come del proprio vivere quotidiano. Il pubblico si fa testimone di questa investigazione, di un racconto che è politico oltreché privato.

VOUS ÊTES PLEINE DE DÉSESPOIR

LachesiLab, 9 maggio 2018

di e con Alessandro Bedosti, Alessandra De Santis, Attilio Nicoli Cristiani

produzione Teatro delle Moire

Nato dalla collaborazione tra il Teatro delle Moire e l’artista-coreografo Alessandro Bedosti, il lavoro Vous êtes pleine de désespoir fu presentato per la prima volta sottoforma di studio al Festival Danae. Esercizio di ri-fondazione sul mito della sirena, la performance, che vede in scena il trio di Alessandro Bedosti, Alessandra De Santis, Attilio Nicoli Cristini, ripercorre insieme al racconto della leggendaria figura una riflessione sui temi della seduzione e della femminilità. Ambiguo reperto del passato, la sirena, creatura eternamente misteriosa, diviene scarto dolente e naufrago, ripescato e riportato disperatamente in vita. Una performance visionaria che con gesti essenziali scava nelle profondità più abissali dove l’uomo incontra tutta la vulnerabilità della sua natura.


VINCITORI 

Emma Barile – Liceo Classico G. Parini, classe 2 C

Stefano Carioli – Liceo Scientifico Einstein, classe 4 G   

Sara Giacon – Liceo Artistico di Brera, classe 2 B


PARTNERSHIP

Teatro i, Teatro Sala Fontana, Teatro della Cooperativa, Mare Culturale Urbano, Zona K, LachesiLab